martedì 1 novembre 2016

On the Road - 24 Agosto


Quasi 600 km oggi. E domani replica, con aggiunta. Si arriva a 700.

Mi sveglia il sole, quasi alle otto. Ed una pessima notizia, contemporaneamente. Leggo di Amatrice, Accumoli, Pescara del Tronto... Per quelle strade ci sono passato, due anni fa, lungo la SS4. Me li ricordo quei posti, quei luoghi... Due ruote e uno zaino… Ero uguale e divers da oggi, allo stesso tempo.

Mi alzo, e bevo un caffè. Con la testa un po' altrove. Un po' in Italia. E un po' qui. Oggi comincia la lunga strada per il ritorno. E comincia con la parte più dura. La strada da Amburgo verso sud è davvero aspra, piena di saliscendi, con lunghi tratti di lavori al manto stradale. Sarà bella tosta. Ma la mia fiducia è grande. Ringrazio in anticipo, e si parte, dopo una sosta, ennesima, ad un caffè di quartiere. In verità è una grande pasticceria, piena di cose alla tedesca: grandi. Abbondanti. Esteticamente belle e precise. Bontà mediocre. E non c'è niente da fare. Italia 1 - Krucchestan 0. Ci si consola anche così, in mezzo alla fredda terra di Germania. Fredda fino ad un certo punto. Con figure asiatiche che interloquiscono di lavoro con indigene manze a due zampe.

Scendo in garage, dove è riparata la mia belva. L'ho abbandonata qui, al sicuro, iersera. Ci aveva accolto lui, di cui non so il nome. Alto e un po' tripposo, con un inglese rude e rustico. Diceva di aver una Mercedes del 1984. Ma la mia è una signora. Lucida, ripulita dalla pioggia, lenta ma decisa.
Dopo aver portato giù i bagagli e dopo averli stipati nel bagagliaio, si parte, ancora, anche oggi, verso sud.
Salgo. Riscaldo. Accendo il motore. Accensione senza indugio alcuno. Faccio manovra per uscire dal parcheggio, con calma. Accelero ed emetto un fumo nero d'altri tempi... È tutto regolare. Va tutto come deve andare.
Giù i finestrini. Si parte.
L'aria è fresca, ma un po' nebulosa, il traffico è abbastanza persistente. Semafori. Curve. La cinghia secondaria di trasmissione che ringhia... Che bella giornata di sole!

In autostrada va tutto bene, al momento. Ma ricordo com'era la strada al contrario. Eterne salite e repentine discese. O viceversa. Lavori di asfaltatura. Ghiaino su strada. Camion. Bilici. Insomma. Un'orgia meccanizzata di ferraglia varia si metterà tra me e la meta. Ed è così infatti. A metà strada rimpiango le dolci, dritte, modeste strade danesi. Sempre quiete. Vuote... Verdi quasi! Con bestie varie a guardare me da entrambi i lati della strada. Come a chiedere: "ma che ci fai qui? Non lo so. In verità non mi Interessa affatto. Io respiro, rumino e defeco un po' dove mi pare e mi conviene...". Una spaziale estasi animale.
Con questi pensieri supero monti e valli, vedo il sensore della temperatura dell'acqua salire e scendere, più o meno velocemente. Regolarmente tra i 90 e i 100km/h. Il vecchio ferro che ho sotto al mio sedere non fa una piega. Va, con calma e sempre, senza fiatare, senza lamentele. Fumando e basta. Inzozzando le carrozzerie dei coupé e delle cabriolet tedesche, governati da vecchie frescone, giovani rampolli e macachi senza pelo vestiti da esseri umani. Anche correndo in auto la fauna umana è sorprendente. È un po' come se l'auto somigliasse all'autista, tipo... Cani che assomigliano ai padroni, ecco. Così. Verso Bamberga. E sorrido, rido e corro.

Brevi e leste soste nei corrispondenti degli italici Autogrill: bagno a 70 centesimi, caffè a 2,19 euro. Birra da mezzo a 2,20 euro. Questa è la Germania dove si mangia forte, si frigge molto e si gusta quello che c'è. Dove c'è poco da capire e molto da guardare.

E si arriva, fischianti, alla meta. Ci ospitano i signori Puff! In particolare la signora Puff ci accoglie. Donna alta, bionda, dalla camminata dondolante e cadenzata. Un po' rustica ma davvero gentile questa signora, che ci fa trovare in frigo 4 birre prodotte artigianalmente da un birrificio della zona!
L'accoglienza del sud! Che spettacolo! E tanto bello è pure il luogo che ci ospita. Pulito. Profumato. Leggero.

Ma si sa... Alle otto qui le cucine chiudono. Il tempo di arrivare e già si va a cena. In un tipico locale, con tipiche donne/giovenca: bionde, sgraziate, illiterate - anche il menù è scritto malamente - tronfie. Non tutte, ovviamente, qualcuna fa eccezione. Ne scorgo una in particolare: bella, questa davvero, asciutta, dai lineamenti morbidi e proporzionati, elegante, di garbo, a differenza delle bifolche che primeggiano e svettano tra la folla.

Il menù è ampio, e tra varie traversie linguistiche scegliamo la kottlett. Italianisticamente parlando, noi, le kottlett, ce le mangiamo con calma... Di pollo. Piccole. Magari accompagnate da un po' di verdura, e spruzzate di limone. E quindi...
No. Qui non funziona così. La kottlett è un macigno. Una consistente e smisurata braciola di maiale impanata e fritta, coperta di patate fritte. Con birra locale da mezzo litro. E dopo aver appurato che in Germania il limite alcolemico corrisponde a quello italiano, mi do alle gozzoviglie. Bevo, mangio, rido, quasi come gli insuperabili burini locali! E controllo che non ci sia polizia nei paraggi. Non si sa mai.

Finita la grassa cena si ritorna, sempre fischianti, in alloggio. Il mio fegato inizierà a ribellarsi. Ma al momento tutto va come deve andare. E va bene.
600km oggi. Lunghi.
E domani si replica. Sotto il sole europeo tutto è illuminato.

Nessun commento:

Posta un commento