martedì 1 novembre 2016

On the Road - 19 Agosto.


Qui il sole non tramonta mai. Alle 22.30 lo si vede ancora all'orizzonte, ed alle 6 già splende ed illumina tutto quello che può, comprese le stanze in cui dormo.
Ed io non ci sono abituato. Così mi difendo come posso. Mi giro dalla parte oscura della stanza, e mi rimetto a dormire.
Ma... Può capitare che prenda delle tele, a caso, per oscurare le stanze, usandole come tende. Come stamattina. E funziona.

Non metto la sveglia. Qualcuno mi sveglierà.
Ore 9.05. C mi sveglia. Gli altri sono già svegli, pimpanti, quasi come le lepri che ho visto iersera nel campo di fronte. E se correvano quelle creature!
La colazione oggi è mastodontica: caffè, frittata, pane appena fatto, ancora caldo, formaggi, insaccati, marmellate e frutta. La nostra padrona di casa è una cuoca esagerata! Fa, coltiva, cucina... Ed è pure simpatica! Ha un qualcosa di artistico quel sorriso esteso.

Passo quindi dal trauma post colazione allo shock del mio viso sullo specchio del bagno. Anche stamattina non sono un Adone, e dovrò cercare di difendermi lì fuori, in questa parte di mondo sconosciuto. A volte un sorriso al momento giusto può risolvere molte questioni, ed aprire opportunità. Anche in terra straniera la regola vale. Lo so. In compenso il rubinetto del bagno riporta un nome, il marchio e la fattura stampata in bella vista: "Paffoni". E questo lo riconosco! Lo ha fatto il mio bel paese, come la FIAT della signora SbauMazzen Deimvoe Frau - o come caspita si chiama l'esimia cuoca che ha in proprietà questa stupenda magione e che prende simpaticamente in giro il mio teutonico motore, definendo il suo suono uguale a quello delle barche dei pescatori della sua zona.
Anche il suo cane è simpatico, seppur meno socievole e particolarmente incline alla sedentarietà. In retromarcia, appena mosso il mezzo dal parcheggio, lo avrei potuto schiacciare tranquillamente, se non fosse stato per A! Salvataggio in extremis!
E schivato il cane, si parte. Ingrano la prima, scalo le marce, fumo nero, e via!

Tappa a Romo, l'isola, la stessa di iersera, per caffè e vista mare di giorno.
Singolare il servizio qui. Un po' modello "sagra paesana", con il biglietto sostituito da un numero scritto su di una pietra e la cameriera giovane, solida, soda e ben piazzata, bionda ed alta, occhi azzurri e lineamenti tipicamente nordici, che con fare rude passa tra sedie e tavoli per lasciare il caffè a destinazione, con acqua ghiacciata a far da contorno ai bicchieri che tiene dall'interno con le dita. Servizio risoluto e definitivo oserei dire.
Ma la metà è il mare, e quello di qui è il Mare del Nord.

Spiaggia libera, sgombra, imponente, importante e soprattutto gigante. Bianca e sottile la sabbia, di rara bellezza. Non ho mai visto in vita una cosa del genere. Davvero. In de scri vi bi le.
Almeno un chilometro libero e deserto, solcato dai segni dei pneumatici di innumerevoli mezzi, per arrivare all'acqua, fresca pure questa, come l'aria di qui, frizzante e impalpabile. E prima dell'acqua, le auto, parcheggiate direttamente in spiaggia, li, davanti, sulla battigia!
E percorro questo tragitto a piedi scalzi, con le dita che affondano morbide un poco al suolo, ma senza sprofondare. Col sole che splende e mi scalda, mi dico che qui ci dovevo per forza passare. E così è.
Gusto ed assaporo il paesaggio. Lo divoro con gli occhi. Provo ad immortalare tutto in parole ed immagini, ma tutto questo non ci può stare. E mi accontento di quanto posso contenere.

Via da qui, verso Odense, la strada corre liscia, e diritta anche, come è tipico di qui. Patate e vacche; vacche, pecore e patate. Senza buche, senza troppe vibrazioni. E un bar per la sosta mi racconta che la gente qui è silenziosa, riservata. Io da solo, con una mia risata, posso esprimere più decibel di 20 di queste persone sedute assieme a mangiare e a chiacchierare. Qui tutto è tiepido oggi: il sole, l'aria, la gente, i Bar, i caffè lunghi, la strada, le case pulite e curate, le stalle, gli animali. Tutto è liscio. Tutto è luminoso.

Arrivare a destinazione non è complicato. È solo un modo per scoprire questo lato del mondo. L'alloggio di oggi è vicino al mare, ma in mezzo al nulla. Un nulla che cosparge spesso questa terra, lavorata e curata. Il luogo è isolato ma affascinante, con la vista direttamente sull'acqua. Il suono di questi silenzi qui, è a volte assordante.
L'accoglienza è compito di una ragazza che gentilmente ci spiega che qui ci si può sentire come a casa nostra.
Mi pare strano, ora, non avere una casa così... Ma la sensazione passa presto.

A 10 km una città portuale, Kerteminde, ci sfama. Tutti.
Menù: pesce, di vario tipo ed elaborato in diversi modi, addomesticato da una docile birra. E non c'è male, no, davvero. Smaltisco con un giro da curioso sudista...

Ritorno.
Sistemo un paio di affari.
Sciacquo tutto sotto una doccia, calda.
Riposo.
Non conto i km di oggi. Perché semplicemente, oggi non serve.

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