Bella la sveglia nell'appartamento
di Hanne. In questo edificio ottocentesco, in centro paese, l'aria
che si respira è lieve. Cielo coperto ma temperatura gradevole. Ci
aspetta un giro in centro. La città è al confine tedesco. Il centro
è piacevole, con le sue case in pietra e gli ingressi delle
abitazioni decorati o lavorati.
In tutto questo decidiamo di testare le delizie di un panificio locale: caffè lungo e specialità della casa. Pane al cioccolato. Nel frattempo chiediamo anche qualche informazione sul mercato locale e su cose da vedere.
Si crea così una piccola coda di persone borbottanti alle mie spalle. Capisco che non è il caso di chiedere oltre… L’aria germanica si fa sentire, più in là la gente era più carina.
In verità il paese è piccolo ma grazioso e, dipanandosi su una sola via principale, facile da visitare. Molti i locali per cibarsi, ben curati e pittoreschi. Belli i negozi, tra i quali un bazar immenso, sviluppato su 3 piani. Con un po' di tutto all'interno, dalle candele ai libri, dalle insegne in latta della Lmbretta ai giochi in legno per bambini, dai tessuti alle tazze. Tutto stipato e catalogato. Un labirinto. Dal quale uscire. In fretta.
Bancarelle e negozi vari. Tutto in una sola ed unica via. E un bar caffetteria ad incuriosirmi. La prima volta per un caffè, la seconda per il pranzo.
E non sbaglio. Non so bene cosa ho ordinato. Un panino. Con pane fatto all'interno del locale. Farina integrale. E all'interno formaggio, verdura, carne... Insomma. Buono. E definitivamente impegnativo! Esagerato, troppo esagerato! La birra non riesce a lenire la mole di questo piatto. Ma tant'è. Si deve ripartire. Destinazione Amburgo. 4, forse 5 ore di strada.
Percorso impervio, intriso di buche e di lavori stradali. Un macello che pagherò con il conta km che comincia a non funzionare, merito delle buche schifose e maledette di questa infame strada teutonica. Un paio di improperi e tutto è come prima. E pazienza. È. Così.
L'arrivo è critico. Amburgo è un caos totale: ci ritroviamo in un ingorgo dal quale fatichiamo sia ad entrare, sia ad uscire.
Ma troviamo l'appartamento.
In una palazzina, elegante, a 2 passi dall'arteria principale che collega la periferia al centro. Ma non importa. Tutto è buddisticamente retto in questo spazio. Dove regnano pavimenti in Legno e tappeti per la meditazione, dove anche il dentifricio porta una scritta mistica: "Ayurdent".
Giro nella piazza di questa pre-periferia, dove non manca nulla.
In tutto questo decidiamo di testare le delizie di un panificio locale: caffè lungo e specialità della casa. Pane al cioccolato. Nel frattempo chiediamo anche qualche informazione sul mercato locale e su cose da vedere.
Si crea così una piccola coda di persone borbottanti alle mie spalle. Capisco che non è il caso di chiedere oltre… L’aria germanica si fa sentire, più in là la gente era più carina.
In verità il paese è piccolo ma grazioso e, dipanandosi su una sola via principale, facile da visitare. Molti i locali per cibarsi, ben curati e pittoreschi. Belli i negozi, tra i quali un bazar immenso, sviluppato su 3 piani. Con un po' di tutto all'interno, dalle candele ai libri, dalle insegne in latta della Lmbretta ai giochi in legno per bambini, dai tessuti alle tazze. Tutto stipato e catalogato. Un labirinto. Dal quale uscire. In fretta.
Bancarelle e negozi vari. Tutto in una sola ed unica via. E un bar caffetteria ad incuriosirmi. La prima volta per un caffè, la seconda per il pranzo.
E non sbaglio. Non so bene cosa ho ordinato. Un panino. Con pane fatto all'interno del locale. Farina integrale. E all'interno formaggio, verdura, carne... Insomma. Buono. E definitivamente impegnativo! Esagerato, troppo esagerato! La birra non riesce a lenire la mole di questo piatto. Ma tant'è. Si deve ripartire. Destinazione Amburgo. 4, forse 5 ore di strada.
Percorso impervio, intriso di buche e di lavori stradali. Un macello che pagherò con il conta km che comincia a non funzionare, merito delle buche schifose e maledette di questa infame strada teutonica. Un paio di improperi e tutto è come prima. E pazienza. È. Così.
L'arrivo è critico. Amburgo è un caos totale: ci ritroviamo in un ingorgo dal quale fatichiamo sia ad entrare, sia ad uscire.
Ma troviamo l'appartamento.
In una palazzina, elegante, a 2 passi dall'arteria principale che collega la periferia al centro. Ma non importa. Tutto è buddisticamente retto in questo spazio. Dove regnano pavimenti in Legno e tappeti per la meditazione, dove anche il dentifricio porta una scritta mistica: "Ayurdent".
Giro nella piazza di questa pre-periferia, dove non manca nulla.
Cibo.
Dal greco, che scimmiotta l'italiano e sbaglia le ordinazioni.
Tralascio. La stanchezza inizia a farsi sentire.
Sbrigo due pratiche per lavoro.
E a letto.
Niente da dichiarare oggi.
Domani strada. Strada. Strada. Al caldo. Verso sud.
Sbrigo due pratiche per lavoro.
E a letto.
Niente da dichiarare oggi.
Domani strada. Strada. Strada. Al caldo. Verso sud.
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