giovedì 7 agosto 2014

Verso nota destinazione ignota.

Suvvia! Bella cena iersera! Decisamente. Buona compagnia e buon vino, e non so tirarmi indietro...

Ore 7.56. Mi giro e guardo il telefono. Si, è presto. Troppo presto. Prestissimo. Non dormo mai prima delle 2 passate. Eppur... Voglio dormire ma ho un dubbio. Oggi. Oggi. Oggi: cosa faccio? Non che non abbia idee ma, dopo il giro che i miei custodi vespisti mi hanno proposto e che voglio fare... Che faccio? Scendo a sud o migro a nord? Beh. Facciamo due conti. 
Far due conti è già cosa pessima, farli di prima mattina è deleterio, soprattutto perché so che la mia matematica è sempre smentita nei fatti da qualsiasi cosa mi capiti. Meglio lasciare i conti a se stessi e controllare la mappa. Che come i conti non conta, sempre -pure lei- smentita dalle contingenze. E allora facciamo un piano molto approssimativo. La mia specialità!
Una volta tornati dal raid verso sud, deciderò cosa fare. Rimandare è una attitudine che mi appartiene.

Ore 9.35: finisco di agghindarmi per il giro. Manca la maglietta. Suona il campanello. Assicuro la mia presenza, fuori dalla porta ma già verso il bar, a Luigi nel giro di qualche minuto. Scendo e, a piedi, ci spostiamo di qualche metro per fare colazione. Entrati nel bar, un piccolissimo locale, ritrovo la ragazza che la sera prima mi ha assemblato uno spritz. Era carina e lo è ancora stamattina, dietro al bancone del bar, assieme al suo compagno. Porta gli stesso capelli, le stesse scarpe e la stessa maglietta di ieri. "Forse è un costume di scena", mi dico - e mi auguro.
Ordino coi ragazzi. Orzo e brioche per me. Il tutto arriva puntuale e servito a modo, con l'acqua di cortesia servita in bicchieri di plastica. La radio ci offre una canzone dei Pink Floyd, dal gusto mattutino. Spettacolare inizio di giornata.
Consumo, consumano e andiamo. Mi accorgo, prima di partir, di aver dimenticato l'olio per far miscela. Devo salire a recuperarlo; faccio in fretta e, dopo la sosta al distributore, si va. Prima a recuperare qualche confetto, specialità del paese, poi a visitare la fabbrica Beta Utensili - Robur, dove Luigi Lavora. E per la quale lavora Enzo, l'altro amico che mi ha aiutato logisticamente per il viaggio.
E poi. 
Giubbotto in pelle e luci accese. Destinazione: Scanno, ridente località in quota, a circa 1000 metri, meta di turisti per merito del suo lago. 
Apro il gas e la mia cerbiatta arrampica con stile e classe imparagonabili. Si sa, è una mia creatura!
Saliamo di qualche centinaio di metri ed il paesaggio che mi si para davanti è incredibile. Che bellezza. Che delizia per gli occhi. Io non ho mai visto cose del genere. Tra gallerie scavate "a mano", passaggi stretti sulle rocce, antri naturali e verde lussureggiante, arriviamo ad una insenatura di un fiume. Qui ci fermiamo. Attraversata la strada, un ponte, edificato sopra ad un passaggio elevato romano già esistente, conduce alla grotta di San Domenico. Il paesaggio è mozza fiato. La mia ignoranza scopre le sue sconfinate possibilità... L'aria pulita e fresca sfiora la pelle, il sole accarezza il mio viso. La giornata è soleggiata ma fresca. Si sta bene. La curiosità mi spinge fino alla grotta di San Domenico. Veramente bella, accogliente e con una vista sullo specchio d'acqua antistante invidiabile. Passiamo nuovamente il ponte e accendiamo i mezzi. Andiamo più su, saliamo al lago vero e proprio. 
Ci arriviamo dopo poco. Ed anche qui: bellezza.








Arriviamo al paese. Noto molti turisti, una folla che permea le strade di lingue varie e colori mescolati. Il posto è conosciuto, nonostante la mia ignoranza.
Ci aggiriamo per il borgo, consumiamo qualcosa ad un bar e ci accingiamo e far ritorno, non senza una ulteriore tappa, molto ravvicinata alla precedente, per masticare un panino e bere una birra scura. 







Avviati verso Sulmona il buon Raffaele mi spiega le usanza di un piccolo paese della zona, che festeggia il santo paesano con la cattura e la liberazione di serpi, che poi vengono posate sulla statua ma anche lanciate addosso alle persone. I paesaggi saranno anche meravigliosi, ma qui sembra dominare una lieve bizzarria, dovuta forse anche all'isolamento forzato delle zone circostanti. Ascolto ed apprendo con molto interesse. Scendendo Luigi e Raffaele si danno il cambio alla testa del piccolo serpente fumante che formiamo in maniera eterogenea, cromaticamente parlando. Faccio parte del ritorno in folle, per sentire il rumore della natura che mi circonda. Anche questo le lo hanno insegnato qui... Prima o poi deciderò di togliere anche il casco...
Arrivato a Sulmona saluto la mia guida e, fatti i bagagli, saluto anche Luigi, che si è preoccupato di farmi dono ulteriore di confetti da portare alla mia terra. Questo ragazzo è troppo gentile. Davvero. Quando potrò, ricambierò sicuramente... A buon rendere.

Una volta lasciata Sulmona mi avvio, lesto, verso Popoli e L'Aquila. Ho deciso di tornare verso Nord. Stavolta percorrendo le leggendarie "curve di Popoli". Davvero straordinario questo pezzo di strada che si affaccia sulla valle. Bello da percorrere, e bello da vedere. E finite le curve ricordo di aver dimenticato di fare miscela. Non mi preoccupo più di tanto, e penso che, una volta salito in cima, una buona discesa mi avrebbe aiutato a scendere, anche a motore spento. Ma tutto va come deve andare, ovvio! Al primo distributore mi fermo e faccio 9.77 € di benzina. 20 cent di resto e un caro saluto da parte del gestore. I 3 cent che non mi ha dato rientreranno in gioco prima o poi, non dubito; non dubiti neppure lei, buon gestore di stazione che mi racconta di essersi perso per Padova, entrambe le volte in cui c'è stato, senza saper più dove andare...
Proseguo lesto per L'Aquila. La passo di lato. Accelero e volgo il ferro alla volta di Montereale. Lì farò tappa. 
Arrivo e sosto, nel bar in cui sostano, forse già dal mattino, dei vecchi. Parcheggio in salita, nella direzione inversa a quella verso cui puntavo. Entro ed ordino dell'acqua. La signora, anziana, mi serve con contenuto sussiego. Mi siedo fuori col bicchiere in mano ed osservo questo povero borgo, che ha due bar, uno di fronte all'altro... Controllo le mappe, chiedo informazioni a dei locali sulla strada da percorrere. Verso Ascoli, chiedo. Mi convincono a fare la strada che avevo escluso. Il ronzino è già girato. Sciolgo le briglie, dopo aver pagato un orzo alla signora, e frusto la fiera verso Amatrice, paese di origine della nota pasta amatriciana. 
Corro e mi godo il paesaggio. È freddo, anche col giubbotto in pelle. Vedo un cartello con segnata l'altitudine: 1100 metri. Mi pareva fresco infatti, ma continuo a salire. Scavallo il monte all'ombra, spero che il sole mi scaldi poi, perché davvero ho freddo. 



Arrivo all'incrocio con la SS4 Salaria -ancora lei- e libero i cavalli alla volta di Acquasanta Terme. La mia fortuna si trova lì, lo sento. In poco tempo ci sono. Sempre all'ombra, sempre un po' al freddo.



Da lontano vedo in furgone blu, dietro al quale c'è un locale. Istinto. Mi fermo. Parcheggio. Entro. Chiedo gentilmente dell'acqua. Mi viene data. Esce la proprietaria, che osserva il mio mezzo con ammirazione. 
Iniziamo a discutere, le dico da dove vengo e cosa faccio lì... Simpatica e cordiale mi dice di esser proprietaria di una Renault 4 che ama. Le piace l'avventura; e le cose in po' improvvisate la attirano. Le chiedo se c'è un posto modesto ed economico in cui alloggiare. Annuisce e mi spiega dov'è, a grandi linee... La chiedo se posso avere il numero. Aida, questo il suo nome, si occupa addirittura di prenotarmi di persona la stanza. Davvero gentile questa donna, alla quale, in fiducia, ordino di portarmi del vino ed una pietanza della zona. 
Nel frattempo un motociclista parcheggia vicino al mio bolide a due tempi. Chiacchieriamo di passioni, di moto comperate a 53 anni, di lavoro - commercia fiori, guarda un po' il caso...-; per un po'. Il tempo, per Aida, di fare le cose a modino, ed ecco arrivare mezzo litro di vino - del Montepulciano generoso- pane ed agnello. Che spettacolo! "Chiederò di essere adottato!". Aida merita un plauso. Lodo tutte le cuoche che non vanno in televisione, ma che in luoghi dispersi della penisola sanno davvero far da mangiare come si deve! 



Devo stare attento a quando mi fermo. Spesso, molto spesso, le mie soste, tra cibo e personaggi che incontro, non durano meno di due ore. Questa volta non si fanno eccezioni. Pago il mio debito, forse scontato in qualcosa. Saluto Aida, il suo compagno, che con lei lavora nel locale, ed il motociclista. Vado verso la mia camera. Mi attende una salita al buio totale, di tre km. Con un freddo inusitato per la mia pelle e un timore reverenziale nei confronti della strada, tutta tornanti e curve, che non conosco.
Arrivo a destinazione. Sano e sazio. Chiedo un bicchiere di vino, la meritata ricompensa per gli ultimo tre km percorsi. Salgo in stanza, un posto alla buona ma molto pulito e confortevole. Lascio la mia giovenca a riposare sotto una tettoia all'interno di una corte. Speriamo bene...
Controllo il portafoglio: con desolazione noto che non c'è più molta carta che conti. E non ho molte alternative. Ma come al solito, tutto girerà per il verso giusto. Sempre. E Comunque. 


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