domenica 3 agosto 2014

Confinato al confine

Ore 9. Non sono solo ancora, e mi adeguo alle esigenze cristalline degli angeli custodi che mi assistono. Anticipando la sveglia, mi ritrovo desto cinque minuti prima del previsto. Mi sveglio con il suono della messa in moto di una Fiat 500. Dubito della natura del rumore sferragliante che odo, e mi consulto col mio compagno di stanza che conferma la mia ipotesi. Parte al secondo colpo; anche lei, come me, stenta a mettersi in moto... E tuttavia ci riesce. Seguo il suo esempio, strofino gli occhi, guardo il soffitto, impreco e mi alzo. 
Passo dal bagno in comune, senza maglietta e senza pretese. Il problema è sempre lo sguardo... Fondo. Il Dio del sonno mi possiede. Ma non voglio farci caso e con l'asciugamano in spalla e molta noncuranza proseguo per la camera e mi agghindo per la colazione che si tiene al piano inferiore. 
La signora che ci ospita è molto gentile: ci chiede cosa desideriamo ed, in principio, si affanna per accontentare i desideri di tutti. Dovrei dirle forse che non è il Genio della lampada, ma va da sè. A me piace essere servito. Ed anche riverito. Seppur la cosa non capiti così spesso... E lascio fare, con educazione.
Durante la colazione discutiamo del tragitto. Passaggio per Predappio. Poi sud. Bagno di Romagna. Lì le nostre strade si divideranno...

Partiamo dopo aver restaurato l'ordine primigenio delle valigie. Il carico sui mezzi è abbastanza agevole, e noto che la signora che ci ospita, dopo la ricompensa legalmente pattuita, è attratta dal mio sferragliante biciclo. Le concedo volentieri delle foto; sono comprese nel prezzo...

Subito dopo la partenza mi fermo per foraggiare il mio non-ruminante, ed avido, ronzino. Sarà perché è domenica, sarà perché siamo attraenti, io e Lei, ma... Trovo la gente molto disponibile. Una ragazzo, mente spino gli ottani dalla pompa, mi dice di aver visto parecchi mezzi datati dirigersi verso Bertinoro. Dico di esser straniero e di non conoscer molto bene la località che lui mi indica. Tuttavia, gentilmente, mi indica, con l'indice, la direzione del corteo avvistato. Dopo la breve conversazione, l'uomo avvia il motore. E va, verso lidi a me ignoti. Nel frattempo una auto, in procinto di esser rifornita attende, in coda, che io sfili per lasciar posto. A gesti mi scuso per la lungaggine dell'operazione. Ma l'autista mi concede un cenno di grazia; con un sorriso compie il motto della persona a cui nulla importa di aver atteso. Mi stupisco, ed in fretta lascio il passo all'accesso della pompa numero quattro. Non so se dipenda da me o da Lei, tuttavia sembra che, stando assieme, le cose scivolino via; l'attrito cosmico non ci appartiene...
Riparto speronando la puledra, subito in salita. Destinazione Predappio. Oggi posso ancora permettermi, per qualche ora, di seguire chi fa strada. Tra curve e molli declivi giungiamo alla meta. 







Bella Predappio. Lussureggiante. Quadrata. Ordinata. Qui si respira una pulita ed autoritaria aria italica, condita con un feticismo, abbastanza mitico e mitologico, che voglio immortalare. Cinema, scuole, porte di ingresso di edifici, statue... E  l'edificio dell'Istituto Nazionale Assicurazioni mi lasciano... sospeso.





Proseguiamo verso Bagno di Romagna. Tuttavia una sosta si rende necessaria. Bocciata la mia proposta per la "Trattoria degli Artisti", la fermata vien spostata di qualche minuto. Arriviamo così in una solida e testata osteria -patria di pranzanti personaggi border-line e mezzi datati- ove, nel tentativo di ordinare qualcosa di alcolicamente locale, ci ritroviamo a bere del "frizzantino" con dell'Aperol. Poco male! I postacci mi piacciono; l'alcol corrobora lo spirito e fortifica il corpo. E dopo una vincente e romagnola partita a carte decidiamo, non senza difficoltà nel ritrovare l'oste per corrispondere il giusto compenso, di rimetterci in viaggio sotto le velate nubi che un po' ci accompagnano, oscurando il mite cielo. 











Bagno di Romagna ci attende. Viriamo senza tema, sotto le sottilmente dense nubi, sopra l'asfalto denso di impurità. Oggi il nostro lavoro è questo. 
Arrivati alla ridente località decidiamo che è il momento di separarci. Una gelateria dirime le nostre strade. Ma poco dopo ci penserà la pioggia...




Corro verso Verghereto. Ho lo strano presentimento di volermi fermare. La mia intuizione è abbastanza scientifica, a volte non voglio creder neppure io a quanto si avvera dopo averlo immaginato... E giustamente non le presto attenzione punto. Proseguo, sotto qualche goccia di pioggia verso Pieve Santo Stefano. Evito la statale E45. Voglio una strada a percorrenza normale. 17km. 23 minuti. Si può fare. So che la pioggia attenderà il mio arrivo a destinazione, qualunque essa sia.
Vado, dritto come un fuso. Intuisco la strada. La vedo. La percorro. Fino ad un certo punto. Quando.
No, no, no! Nooo! No. Strada chiusa. CHIUSA. "Cosa?". Il macigno di cemento segna il confine tra Romagna e Toscana...
Consulto il navigatore. Alternativa: fare un passo -Viamaggio- ed impiegare un'ora di tempo. Quasi tutta, con grande probabilità sotto il diluvio. Alzo la fronte al cielo. So che andrà tutto bene. Torno indietro. Al primo tuono mi fermo, in un borgo abitato, sotto ad una fermata dell'autobus. Esattamente nel punto in cui mi sono fermato venti minuti prima per fotografare un gruppo di bestemmianti anziani intenti al gioco delle carte. Il gioco a cui prima avevo vinto, pur senza segnare i punti su carta, come sarebbe d'uopo. Attendo la pioggia insistente prima di decidere che adesso, qualcosa deve esser fatto. Prendo in mano il telefono. E la prima cosa che succede ha dello stupefacente; leggo sullo schermo: "connessione wifi B&B BRAGAGNI". Potenza piena. Mi guardo intorno, ripetutamente. Non devo essere lontano... No. 
Cerco informazioni su questa struttura. Trovo una pagina. Un numero di telefono. E chiamo.

Io: "Salve, buongiorno. Senta... Una informazione: sono un ragazzo, da solo, in lambretta. Sto girando l'Italia e sono qui a [...] ha un posto per questa notte".
Lui: "Ma dove sei? Sei il ragazzo qui davanti?"
Io: "Davanti... Dove?"
Lui: "Entra nel bar. Sono qui."





Attraverso la strada. Quel bar mi aveva stregato, e mi porterà fortuna. Lo so! 
Mi presento. Chiedo. Ho quello che desidero -ad un prezzo non da signori, ma accettabile-. Un posto quasi "tugubre" - coniando e regalando un nuovo termine per il vocabolario italiano- in cui poter riposare. 
Chiedo anche per il deposito del mio fido ronzino. E qui la cosa si complica... Ma non importa. Per ora salvo la pelle mentre il cielo sembra cadermi sulla testa.
Porto le valigie in salvo, mentre l'oste e gestore del B&B si assicura della mia identità... 
Sposto la mia fida compagna di fronte alla porta d'ingresso dell'appartamento. So di esser stato notato... Lo sentivo; non tutti alloggiano una lambretta del 1963 all'interno di una fermata dell'autobus... E così...
Un uomo affabile e gentile mi osserva. E cominciamo a chiacchierare... Luciano, così mi sembra si chiami, è un appassionato di vespe. Ne ha un paio. Parliamo di quanto siano belle ed anziane, dei colori e delle forme. Mi chiede da dove vengo, dove vado... E io racconto la mie vicissitudini giornaliere: la strada chiusa, la pioggia. Il problema di dover riparare la mia Lambretta... 
Ed in cambio ho tutto ciò che mi serve: apprendo che la strada che ho trovato chiusa si può fare, con calma... Inoltre, questa buona e mite persona, fornaio di professione, si offre di ospitare il mio mezzo nel suo garage privato, affianco alla sua vespa... Conduco il ferro nel loco deputato al ricovero, continuo a parlare con questo signore, molto gentile e cordiale; conosco la moglie, anche lei persona molto gradevole ed affabile. Ora ho un ricovero per il mio destriero e uno per me. Non manca altro che il diluvio che si è presentato se ne vada... Ma con calma. Perché io, ora che sono fermo, non ho intenzione di muovermi, se non per andare al bar che mi ha visto un paio di volte passare ed osservare al suo interno.
Ed infatti è la prima cosa che faccio: entro. Saluto l'oste con creanza e mi siedo all'esterno, a bere un bicchiere di vino rosso, mentre fuori - sopra la tenda che mi copre, lasciando trapelare qualche goccia sui miei pantaloni- diluvia.
Lì trovo un paio di buoni signori che mi interrogano sulla mia Lambretta e sul mio viaggio. Chiacchiero amenamente e volentieri con loro, mi piace. E scopro che uno dei due ha a sua volta posseduto una Lambretta, un 200cc, con la quale ha fatto almeno 13 ruzzoloni. Deve averli contati... Ed io rido, sorrido e racconto, a questi signori di cui ora conosco anche l'età - uno è classe 1949-, perché di meglio non mi poteva capitare.




Abbandono dopo un'ora la conversazione e mi dirigo nall'appartamento per riposare. E la cosa non mi riesce. Ma non importa. Tra l'altro vorrei conoscer il progettista e l'idraulico che hanno messo mano al bagno: vasca per l'acqua del water a destra, pulsante per l'acqua al centro della parete, sopra il bidet, water addossato all'altra parete. Testimone mi è la prova fotografica... A questo punto io rido da solo. Senza senso... Ma ho già avuto molto così. 



Poco dopo apprendo che i miei angeli custodi sono stati abbondantemente annaffiati dal nubifragio che io osservavo da sotto la tenda con un bicchiere di rosso in mano... Provo un sommo dispiacere e lo invito da me, poiché sono a solo 10 km da dove mi trovo io... Ma proseguiranno verso nord. Soli.

Decido verso le otto che la cena può essere una buona idea per conoscere le usanze culinarie locali. Non ho intenzione di andare oltre al bar che già conosco. Sono a piedi e pioviggina. Non sfido la sorte. Il bar va benissimo.
Mi avvio. 
Entro. 
Osservo le persone che respirano all'interno dell'edificio. Va bene. Avrò il mio da fare...
Ordino del cibo. Una piadina. Va bene. Va bene. Approvo e non chiedo oltre che un po' di "maionese" ed un quarto di litro di vino rosso che si moltiplicherà nel corso della serata. 
Ho in fronte a me una signora, sui settant'anni, proprietaria di un barboncino che tiene gelosamente sulle ginocchia, mentre sorseggia un caffè. La donna si rivela anche un po' dura d'udito... E sorrido alle castronerie che assembla ascoltando il telegiornale sulla rete ufficiale...
Assaggio dei cantucci e vin bianco, offerti dall'oste imprecante, oramai amico, con cui mi intrattengo per quasi un'ora al banco, dopo aver finito di mangiare. Scopro molte cose, parliamo di soldi, si San Marino e di Rimini...
Finita la conversazione mi dirigo verso lo stabile che mi ospita. Trovo 5 cent di euro che sostituisco con in ferro da 1 cent...
Stanco ma assistito dalla sorte e da me stesso cerco di dormire in un letto che non vale quanto ho pagato. Tuttavia io credo che le cose dovessero andare così. Anzi. Ne sono certo... Ed il sole di domani, a colazione, mi saluterà, da qui.








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