venerdì 8 agosto 2014

Perdersi tra gli imprevisti.


Sole. Oggi splende il sole nella località in cui sono ospite.

Mi alzo ed esco in ciabatte dopo il rito del bagno. Che giornata splendida. Qui poi tutto è bello, solo che non lo sapevo, visto l'arrivo al buio di ieri!
Scendo gli scalini per fare colazione. I gatti mi aspettano e riveriscono, uno lo avevo accarezzato la sera prima, si ricorda di me.
Un ragazzo mi saluta, è della famiglia che mi ospita. Mi accompagna a fare colazione. La madre, addetta al servizio, mi chiede cosa prendo da bere. Simpatica gaffe; rispondo semplicemente: "una bottiglia di vino signora". E ridiamo della cosa. Ma le cose si fanno serie: marmellata, pane e orzo in tazza grande. Tutto bene. Finché non sento ululare ed urlare: lite famigliare in corso, meglio abbandonare la zona...
Al ritorno in stanza inizio a fare o bagagli. E odo da fuori delle voci femminili: "come fai a prevenì er tradimento...? C'è anche quello de testa, sa? Scopa coo te e pensa ad un'altra... E come la mettiamo?". Esco per veder chi è la donna così scaltra ed acuta, saluto con un sorriso e rientro. L'esemplare di femmina in questione ha passato i cinquanta ed è in compagnia di sorella e madre. Sembra lesta. La ritrovo mentre preparo i bagagli sulla mia lambretta. Mi dice che le piace il mio sorriso, mi chiede di dove sono... E per scaramanzia, dopo aver sperato nella mia salute per il viaggio, tocca il mio ronzino, che lei chiama "vespa" -non ancora scalpitante- sulla parte destra dello scudo; per scaramanzia... Mi tocco pure io ma avverto una strana sensazione nell'aria. Lascio perder tuttavia, sarà una mia impressione.
Poco dopo una nuova lite, scatenata dalla signora di cui sopra, imperversa in famiglia. E decido che non voglio ascoltare. Lascio una macchia infima di olio per miscela sul pavimento e scappo via. In discesa.
Decido, poco dopo, di fermarmi al distributore più vicino per fare rifornimento. Il più costoso della zona immagino. E così è. Esoso il petrolio qui. Metto 10 euro ed il mio infallibile intuito mi fa immettere nel se serbatoio esattamente 9,98 euro, di più non riesco, neanche con il comprimere il liquido... Mi faccio ridere. Tengo lo scontrino, per ricordare l'accaduto. Mi rimetto in strada, passo con difficoltà gli 800 metri della galleria di Ponte d'Arli. In congelatore. Un freddo micidiale. Terribile. Immagino di esser al mare per scaldarmi. La cosa funziona. Ho una mente miracolosa.

Ricordo tuttavia di esser senza soldi. E decido una sosta per prelevare contante dalle poste. Mi piace il contante. Tangibile, caldo, morbido e scricchiolante...
Errore. Errore. Errore.
Parcheggio. In un luogo defilato, senza rischi e senza grandi aspettative. Entro nell'ufficio postale. Un ragazzo, tarchiato, di statura mediocremente bassa, che porta capelli non lunghi e codino ipotalamico, mi sta davanti. Parla e paga allo sportello. Lo vedo ma lo ignoro, come un marito, in compagnia della moglie, farebbe con una donna estremamente appariscente che gli fa l'occhiolino.
Esce. Tocca a me. Penso di aver impiegato un minuto per farmi dire che non potevo prelevare a quello sportello... Esco sconsolato, faccio le scale che conducono al luogo in cui ho parcheggiato il mio bolide. E.
Vedo il ragazzo giù dalla macchina, vicino alla mia lambretta, che più non è in posizione verticale. Non faccio a tempo a dire: "no!", che le imprecazione volano. Invento bestemmie per tre minuti consecutivi. Infatti il giovane deve esser rimasto parecchio interdetto per il mio imprecar colorito. Non c'è che dire. Sono stato particolarmente burbero...
Cerco di soccorrer la mia bestia, ferita. Per terra scorre un po' di petrolio, ma tampono tutto subito. Controllo le condizioni oftalmiche. Il faro ha urtato gravemente contro la mura di contenimento della piazza. Che dolore. Lei mi guarda così, contusa, dolorante... Con lo sguardo basso e sofferente. Controllo anche lo scudo. Una botta sul lato destro, dove la signora del B&B aveva toccato, e lievi lividi sul sinistro. Mi accorgo di una botta anche sul cofano sinistro... Che tristezza. Guardo il ragazzo: non sembra un cattivo elemento. Ha la sua bimba di pochi anni in auto. Dice di non aver visto la mia lambretta mentre faceva retromarcia. Mi chiedo e gli chiedo: "ma come cazzo hai potuto NON veder la MIA Lambretta? Come hai fatto a non vederla?". Obbietta e dice: "Si ma anche tu, metterla lì...". E qui scatta un momento di ilare tragica comicità. Spiego che di solito, le cose che stanno ferme vanno evitate. Se un albero è in mezzo ad una strada non è un buon motivo andargli addosso per poi dirgli: "Eh si, ma anche tu, a nascere lì...".
Il ragazzo capisce. Sa di aver sbagliato. Provo a mettere in moto ma non c'è nulla da fare. Non vuole andare. Provo a cambiar candela. Va per qualche metro e poi cede. Muore. Non va. Ritento ancor. Candela vecchie e nuova: parte. Sta in moto. La provo. Sembra non perfetta ma va.
Scatta io momento dell'accordo. Chiamo il mio carroziere di fiducia. Gianni mi dice: "fa a costatasion no?", in perfetto idioma veneto padovano. Obbedisco, e perdo due ore a constatare che io ero fermo e lui non appositamente ha urtato.
Arriva una schiera di parenti a ronzar come api al miele. Risolviamo constatando e facendo agire le assicurazioni. Spero tutto vada per il meglio... Non ne sono ancora certo. Ma ho fiducia.

Riparto col mio stambecco acciaccato, e mi fermo a ritirare in banca. Controllo tutto bene. Il suo faro sembra un occhio triste che mi guarda, sofferente. "Lo so dai, vedrai che sistemiamo", dico ad entrambi.
Riparto fiducioso: ci sono rumori nuovi, provengono dal faro. Lo provo in corsa e capisco che non va, non ho luce. E questo è grave... Devo affrontare una nuova galleria: 1500 metri. Ma proprio ora? Adesso? Si. Sistemo il faro con un tocco sapiente e lo faccio partire. Funzione solo l'abbagliante. Per ora può bastare. Non sento più il freddo, sono immune nella galleria, qualsiasi temperatura ci sia.
Col mio bolide dal volto emaciato e triste proseguo fino ad un bar. Mi fermo. Ordino: due tramezzini -di gusto inutile- e un bicchier di vino. Mi arriva inoltre del vino bianco. Oggi non è giornata... Riparto dopo aver ascoltato dei vecchi giocar a carte. Uno di loro ha difficoltà a parlare, non articola le parole, ma le bestemmie sono comprensibilissime... Nonostante la tristezza per l'accaduto riesco ancora ad ascoltare e a ridere di queste cose. Devo essere un impareggiabile umorista... O esserlo stato in vite passate.
Corro e vado verso Macerata. Poi proseguo per Jesi. Tra i due paesi decido di perdermi. Perdersi è bellissimo, conviene; e mai scelta di più azzeccata.
La strada che passa per Vissani è me ra vi gli o sa! Stupenda. Bella e ancor bella, al quadrato. Mai lo avrei pensato...
Arrivato a Jesi mi fermo. Decido di trovare in bar per sedere e scegliere dove dormire. Mi faccio fare uno spritz su misura, alla veneta. Non voglio quello che fanno qui e che reputano "cockteil". Lo faccio dosare, a mio gusto ad occhio, stando dalla mia parte del bancone...
E viene bene. Chiamo nel frattempo 20 strutture, tutte piene, anche a 30 km dalla costa. Trovo un posto che pago esageratamente... Ma non ho alternative. Prima di partire colloquio con Francesco, un ragazzo che ha visto la mia "vespa"; mi intrattiene per sapere se ci sono vespe 50 a prezzo modico in giro. Mi da un suo contatto, se troverò qualcosa per lui lo informerò.
Corro verso il luogo che ho trovato per riposare. Dista venti km circa da Jesi ma va bene, non ho alternative...
Va tutto beve fino alla strada sterrata che mi conduce all'agriturismo. Impraticabile. Ma non ho scelta: la faccio, col solo faro abbagliante e con tanta fiducia in me stesso.
Arrivato a destinazione mi faccio accompagnare in stanza. Esausto. Guardo le stelle fuori. Che spettacolo di posto ho trovato... E collasso sul letto... Domani si riparte...













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