mercoledì 29 luglio 2015

On the road. 28 luglio. Dormo coi lupi.

Dormo. Abbastanza per aver bevuto una FantaLemon+Menta con GiordanoVag. Non siamo soliti a questi strappi alla regola... Non di lunedì sera.

Mi alzo, senza nemmeno svegliarmi. Controlli di rito: bagno, cucina, mail, borse, scarpe incollate di fresco, caricabatterie per il telefono e chiave da otto - da mettere in tasca - non si sa mai. Chiudo le borse. Chiudo le persiane. Scendo dal nonno prima di caricare e mi assicuro che la sua ottuagenaria prostatite sia in celere e risoluto miglioramento. Lo sento bestemmiare ed inveire contro mia nonna. Il vegliardo sta bene, senza dubbio. Minge che è una meraviglia - brutto a dirsi, ma per chi non ha mai provato tal difficoltà prima degli ottant'anni...
Decido di partire ed ovviamente non lo saluto ufficialmente. Gli dico solo che torno dopo. Molto dopo. Torno al mio piano, il primo. Scendo e carico tutto. Apro la porta che da sul cortile, scalcio e vado. Dopo 100 metri son già fermo per salutare la mia mamma e mia sorella. Il babbo non c'è. Pazienza. Se non mi vede sa che sto bene... Bevo un bicchiere d'acqua in un sol sorso. Penso che tutta la mia vita avrà quella sensazione di semplice leggerezza, quella che sta nel trangugiare, senza respiro, un bicchiere d'acqua liscia e fresca. Contemplo il cielo. Decido che si va. Scalcio una sola volta la fiera celeste e mi volto. In quel momento arriva il mio babbo, lo saluto in corsa, con un cenno della testa. So che mi ha visto e pensa: "speriamo metta la testa a posto... ". Fa un cenno anche lui... Lo ammiro per la sua testardaggine e la sua tenacia. E anche per la sua speranza.
Accelero.
Pochi chilometri e mi fermo. Dieci e quaranta. Tappa obbligatoria con uno dei miei angeli custodi alla partenza degli scorsi tour. Elena.
Sono stato il testimone delle sue nozze, nemmeno un mese fa. Ci vogliamo bene, da molto tempo. Ha deciso che almeno uno saluto lo deve portare anche a nome degli altri. Caffè, brioche, spritz e prosecco. Chiacchieriamo un'ora, poco più, in un bar quasi anonimo, fuori dal centro, senza ombrelloni parasole. Parliamo. E parto, prima di mezzogiorno, per poter essere a Ferrara in tempo per recuperare l'olio miscela dal mio fido meccanico. Percorro la SS16, che oramai pensavo di conoscere. Solo che non ricordavo tutte quelle curve. L'ho fatta di notte, vero, ma... Mi pareva più diritta! Cioè. Mi pareva solo dritta!
Ma non importa, so dove devo arrivare... Ma lungo la strada mi imbatto un un paio di cose che mi fanno sorridere. Incontro un cartello plasticato che reclamizza la festa della trippa. "vota la trippa", che ambiguamente mi fa pensare a ventri gonfi e tronfi di omoni di paese, esposti al pubblico ludibrio... Tutto ciò a Battaglia Terme, non lontano da casa in verità!
Proseguendo vedo un fumo esageratamente scuro e denso, in lontananza, già verso Rovigo. Non deve essere un pagliaio a bruciare...
La strada va, e scorre sotto le morbide e calde gomme, senza intoppi. Incontro molti autovelox che si rivelano inutili per me, un po' perché ho il contachilometri in panne dall'incidente dello scorso anno, un po' perché comunque vado con calma, e degli autovelox non li interesso punto. Non fanno per me, non oggi. E in due ore sono a Ferrara. Mi attende Alberto e l'olio per miscela. Lo trovo facilmente, a casa. Gentilmente scende dal suo appartamento con due litri di ottimo olio per miscela. Uso solo quello è lui è il mio pusher ufficiale! Chiacchieriamo un'ora, di motori, lavori, cose varie... Gli sottopongo il suo motore per una veloce visita. Responso: finché va, non ti preoccupare... Obbedisco, lo saluto e mi muovo verso sud. Attraverso con spirito la pianura che da Ferrara muove verso Modena e Vignola. Mi stupisco solo del caldo che ad un certo punto sale dal terreno piano e padano. Atroce. Biblico. Caldo.
Mentre corro ricordo di aver sete. Son già passate le quattro, non ho mangiato e non ho bevuto nulla dalle undici e mezzo. Forse una sosta non farebbe male! E poi, non ho ancora fatto miscela, manca poco per rimanere a secco. Inizio a guardarmi attorno per vedere la possibile preda, meglio dir meta. Trovo un distributore e mi fermo. 10 euro di benzina e una richiesta al benzinaio:un bar. Mi indica, gentilmente, quello davanti al distributore. "UE, ci sono i cinesi eh, ma per rinfrescarti va più che bene!". Ok. Ho sete. Mi fermo, e ordino. Due bicchieri d'acqua. Il bar non era male, diciamo che la clientela non era però delle migliori. In sostanza il nucleo umano era composto da giocatori di VLT, slot machine et similia. Triste come paesaggio. Però noto che lì sono ben accetti, hanno la loro stanza separata, con l'aria condizionata. Un piccolo ghetto. Esco e riprendo la marcia. Non son soddisfatto. Cerco ancora. Passando per Budrie, ad un certo punto scorgo una struttura fatiscente, sulla destra, con impressa una dura e rigida scritta: forno. Poco prima mi accorgo di un accrocchio di anziani, seduti sotto ad un portico coperto da una tenda. E vedo una timida insegna di un caffè. "Non ti curar di loro... Ma guarda e passa", mi dico. Ma passato quel piccolo centro, dopo pochi metri, mi accorgo che la desolazione sembra pervadere molto di quei luoghi. Ho sete. Mi giro e torno al bar di Budrie. Oramai ho deciso. Arrivo. Sosto. Spengo.
La clientela è... Tipica. Il bar è un esercizio statale, senza le pensioni morirebbe, subito. Ma non importa. Le apparenze a volte ingannano. Altre no. Ed infatti... Entro e come prima cosa una scritta, fatta a mano, colpisce il mio sguardo. Sorrido e fotografo per essere creduto... Il locale è fatiscente, l'oste e una oste. In tema con il locale, è quella che a Roma chiamerebbero una "buzzicona". Bassa, capello lungo, raccolto a coda, color grigio variegato bianco, occhiali spessi e tondi e denti distribuiti a caso in bocca. Gentile, professionale, dalla camminata piuttosto posticcia. Mite. Chiedo del cibo, e lei mi offre del pane, con dell'affettato. Qui la moda è dettata dai "ciccioli", grasso di maiale compresso che assicurano essere delizioso. E sia. Panino coi ciccioli. E vino per sgrassare l'ugola. Mi siedo fuori. E noto una cosa, mentre rispondo via messaggio a quesiti olandesi ed italiani. Un anziano ragazzo si pone di fronte alla mia lambretta. Non capisco bene il motivo, ma mette una sedia difronte alla mia lambretta. La osserva. Lo segue una signora. Sempre cliente del bar. Dopo cinque minuti... Un signore sempre della stessa risma si accomoda a fianco a loro. Mi chiedo cosa ci sia da guardare che io non possa vedere. O la curiosità per il mio Bucefalo è talmente forte... Continuo ad osservare, sorseggiando il secondo bicchiere di rosso. E continuo a non capire. Io vedo due cose nella direzione in cui tali personaggi volgono il loro sguardo: la mia lambretta, ed una lapide. Poi sussiste un campo di mais... A meno che non lo stiano osservando mentre cresce...
Non risolvo il mistero. Abbandono la sfida. Pago il conto, salutando la oste. Monto in sella. Saluto la mia triplice astanza e vado. Vignola mi attende. E anche Pavullo! E corro, tra le colline che uniscono Marano sul Panaro e San Dalmazio. Che spettacolo. Che bellezza. Odori e profumi, colori gialli e scuri. Osservo il creato e ringrazio per essere passato di qua. Lesto arrivo al mio rifugio, a Monta. Un BeB trovato per caso. Mi accolgono un paio di cavalli e a seguire i proprietari, amabili e tranquilli. Chiacchieriamo un'ora e mi prenotano una osteria per mangiare. Mi affetto per raggiungerla. Lo avrei fatto a piedi ma, dicono, in giro ci sono i lupi. Io che pur bestia sono, decido di muovermi a cavalli, non con i loro, ma coi miei. Vado in questa osteria, affollata. Mi siedo lentamente ed annuisco alle prima cose che sento, aggiungendo vino e acqua. Mi arriva di tutto, tigelle, gnocco fritto e salumi con verdura. Mi mangiato cose simili... Mi metto a cercare la metodologia corretta per assaporare queste cose e chiedo ad amici e donzelle... E decido che ho ragione io. Assaporo tutto, bevo e festeggio. Non da solo. Al banco un personaggio beve direttamente dalla caraffa il vino spinato, pure lui avrà un buon motivo per festeggiare. Pago il conto è torno al BeB, col freddo. Riparo la cavalleria. Apro la porta. E riposo. Io, coi cavalli, i due asinelli, e i lupi, tutti qui, a farci compagnia.

Nessun commento:

Posta un commento