mercoledì 7 gennaio 2015

La pazienza è la virtù dei forti [?]

Credo fermamente che il mondo mi parli. O il fato. Insomma... Non sono folle del tutto, non ancora; sono abbastanza intelligente per poter capire che, se il mondo davvero non mi parla... Son allora io a voler intender un dialogo a senso unico da parte sua nei miei confronti. Per certi aspetti la cosa risulta affascinante ed interessante, pure stimolante... Per altri, quando penso che i segnali attorno a me stesso significhino qualcosa e cerchi al contempo di interpretarli, la cosa comincia a farsi seria...
Bella giornata oggi. Fredda abbastanza da farmi apprezzare lo sforzo compiuto dallo splendente astro per intiepidire la terra, sferzata nei giorni passati dal vento e dalla neve. Mi sveglio con la testa pesante. La malattia dei giorni passati segna ancora la sua presenza. Un colpo di tosse ed un fastidio persistente all'ossatura dorsale me lo ricordano, immediatamente, appena sveglio. Ma i piani non cambiano. Destinazione mare. Deciso. E sia. Mi abbiglio dopo aver ripulito la mia persona. Armi pesanti oggi: giubbotto. Sciarpa. Berretto di lana. Scarpe da ginnastica. Posso andare. Scendo ad accedere il mio teutonico ed anziano ferraccio. Temevo che, dopo il freddo di questi giorni, non avesse molta intenzione di mettersi in moto. Passando ai piani inferiori carico mio cugino, da me in visita provvisoria. Sarà il mio compagno di viaggio di oggi; lui, assieme ai miei zii. Con lui salgo in macchina e metto in moto: tutto regolare, al primo colpo tutto funziona... Che spettacolo il mio vecchio Mercedes!
Decidiamo, io e Giovanni, che dovremmo andare in Mercedes al mare. Ma desistiamo, variamente immotivati, in favore di uno scomodo, ma nuovissimo, RAV4. Il viaggio non è lungo, né impegnativo. Per la verità ce la spassiamo sui sedili posteriori, visto che a condurre la vettura non sono io.
In settanta minuti arriviamo a destinazione e, in quattro, decidiamo di assalire un piccolo bar per un aperitivo - cosa buona e giusta in un momento del genere. Una volta consumato il frugale pasto e corrisposto quanto dovuto, ci dirigiamo in un locale più adatto alle nostre fameliche intenzioni. L'accoglienza è ottima nel locale: vino rosso, pesce, verdure fritte... In un paio d'ore ci siamo riempiti tanto da poter pensare di uscire dal ristorante rotolando. E fortunatamente la meta della giornata è vicina: le sculture di sabbia ci attendono da venti giorni. Oramai son stanche di aspettarci, e su di loro cominciano pure a crescere dei timidi, ma coriacei, fili d'erba. La nostra presenza di sculture di sabbia è costante oramai da qualche anno. Volentieri osservo ed ammiro queste statue provvisorie di artisti a me del tutto ignoti, ai quali però non si può dire non appartenga un certo gusto e, in alcuni casi, una certa raffinatezza stilistica. L'instabilità della loro condizione mi ricorda la mia; instabile uomo ovunque mi trovi o non mi trovi, anche figuratamente parlando... Così in poco tempo fuggo da quel luogo che tranquillamente e ciclicamente si erige quale monumento alla provvisorietà e mi dirigo verso il mare. Oggi la distesa d'acqua che davanti a me si estende non sembra docile. Ma mi piace renderle onore quando posso... E mi reco verso il pontile più lungo che riesco a scorgere. Io e Giovanni siamo avanti e notiamo che è normale sentirsi piccoli davanti ad una distesa d'acqua rumorosa e molto mossa. E mentre discutiamo di questo noto alcuni segni tracciati sulla sabbia, proprio difronte al proibito accesso al pontile che ho scelto di frequentare, di lì a poco, per qualche minuto... Mi allontano per osservar bene e mi accorgo di una scritta. "LA PAZIENZA È LA VIRTÙ DEI FORTI". Tutto in MAIUSCOLO. Volgo il mio sguardo dalla parte opposta. Vedo un pontile che si ferma ad un certo punto, ed una agitata distesa liquida che continua all'infinito... Credo d'aver inteso il messaggio...



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