venerdì 23 maggio 2014

L'Olanda mi aspetta.

Parto alle 21.45. In verità sarei dovuto partire prima, ma Vabbè. Gli spritz, amici e musicisti vari mi hanno intrattenuto fino a che hanno potuto... E non sono solo nel viaggio. L'Anomalia: una Alfa Romeo di recente costruzione, grigia metallizzata. Ferro e plastica - non solo metallo, quello a cui sono avvezzo. Autostrade tedesche ad alto scorrimento e 1500 km da percorrere. E di corsa. In poco tempo.
Destinazione: Olanda. La terra delle vacche e delle pecore, dei porti e degli atavici commerci sull'acqua, dell'erba e delle sgualdrine legali, dei mulini a vento. E delle piante. L'Olanda è il principale produttore europeo di piante fiorite. Una megalomania nata chissà come, chi sa in che modo. 
Scopo del gioco: guadagnare una reputazione e cercare di far soldi. Subito, immediatamente; ma soprattutto nel modo meno faticoso -e quasi onesto- possibile: parlando, muovendo aria, spostando dolci forme, profumi, fragranze molli e colori. Impresa che non sono solo a dover affrontare. 




21.40
Abbandono tutti al solito ritrovo. Saluto.
21.45 
Parto. 
Tutto è molto tranquillo, l'Olanda è un bel disegno tridimensionale nella mia testa. Sta lì.
Ma è necessario passare per l'Austria. Credo che per chi ha fretta questa terra brulla ma affascinante sia il castigo peggiore. Controlli ad ogni struttura metallica che scavalca la strada e limite di 110km/h tassativo. Credo che abbiano messo il limite proprio per permetter a che passa di osservare il magnifico paesaggio. Certo che, se così fosse, di notte potrebbero valutare un innalzamento della velocità consentita... Nulla si vede; ed il problema è il rispetto del codice della strada.
Ma passiamo tuttavia da questa ad un'altra terra. La Germania ed i suoi cantieri. Immagino che per affrontare la crisi economica Merkel e compagnia sociale varia abbiano deciso un piano di lavori pubblici enorme. Ci sono lavori in ogni punto, ed il tanto vantato non-limite di velocità sostanzialmente non esiste, e ci si assesta tra i 120 e gli 80 km/h.
Una lunga e lenta carovana sociale verso il nord-ovest dell'Europa.
Osservo l'alba tedesca dal finestrino, ed esco ad una stazione di sosta per veder il sole sorgere. Un'alba tedesca non differisce da un'alba italica, solo arriva prima in maggio...
Verso le 6.30 sono a Stoccarda. Incredibile. Un traffico esagerato, una pletora infinita di Mercedes, BMW e Audi; uno stile signorile, quasi imbarazzante. Sembra l'ora di punta di una tangenziale italiana, ma qui è presto, troppo presto per l'ora di punta... Incredibile.
Con il sole si riesce meglio a gustare il paesaggio, pur tenendo sempre un occhio alla strada. Incontro alcune Volvo d'annata che immortalo in corsa... E corrono ancora bene, leste; non si fanno sorpassare agevolmente le signore.



Apparte questo nulla di entusiasmante alla media dei 100. Solo ho fretta. Marie Aimèe mi attende. E corro verso Rotterdam.
Veloce vedo in lontananza l'Olanda e passo il confine. Qui i limiti sono ulteriormente inferiori. In sostanza andare piano è una filosofia; e pare funzionare qui al nord, in una terra  piena di limiti e dossi, di bici e donne con le gonne, di piccoli e grandi pascoli di famiglia.



Ad un certo punto mi sovviene il ricordo che non mangio dal giorno prima; dallo scorso pranzo son passate 24 ore, e forse qualcosa in più. Non ci sono grandi possibilità lungo la strada, ma Burgher King sembra essere la scelta meno disgustosa di altre. 
Mi fermo, smonto, entro, ordino. Mi siedo. E deglutisco la mia scelta. Burgher King mi sta sulle palle, e anche la sua Coca-Cola. Accetto di aver sbagliato "King menù" ma rimango con l'idea che in questo posto tutto sia abbastanza standardizzato. Il cibo. Le piante. Le mucche da macello e forse le donne. Tutto. "Forse uscendo cambierà qualcosa", penso... E corro da Marie. Che non conosco. Ma che mi attende.

Arrivo in orario per l'appuntamento. Marie è carina, giovane e simpatica. Parla italiano, sta imparando la lingua con un corso intensivo. Non se la cava male. Ci fa compagnia un agente commerciale al quale lei traduce. E durante la traduzione penso che la mia gamba ferita mi fa male, che la guida sarà dolorosa, ma che alla fine non mi interessa. Ce la farò. 
Esco da Moterra International con un lieve sorriso e la convinzione che l'incontro sia andato bene. E non poteva essere diversamente.
Mi sposto di qualche metro. Ho un altro appuntamento. Qui la concorrenza sta fianco a fianco... Incontro Leo. Un ragazzo della mia età. Ben vestito. Con un buon italiano. Lesto. Mi tratta come un ospite di pregio: discutiamo davanti ad una birra, e con una sigaretta in mano. Ha offerto lui; non si può rifiutare. 
Parliamo di come funzionano le cose, di come potremmo lavorare insieme, di cosa si potrebbe fare per renderci utili a vicenda e trarre un buon profitto. Schietto e chiaro. Non potevo chiedere di meglio. Avrò il suo supporto. E la cosa mi fa piacere. 
Finalmente posso pensare di avviarmi verso l'hotel. Con calma ci si arriverà...
La camera è sulla riva di un canale commerciale di Rotterdam. È bella. Curata. Di mio gusto.



Decido che dopo le otto forse è il caso di mangiare nuovamente. Ho fame. In verità desidero un kebab. La zona costiera che mi ospita è semi deserta, forse la stagione non è ancora cominciata. I locali sono chiusi. Eccetto uno. Lo vedo in lontananza. Per arrivarci devo attraversare un parcheggio ma... È qui che si trova una delle cose più interessanti del viaggio. Una Chevrolet Monte Carlo del 1970. Mi innamoro. Prima o poi potrei averne una... Trenta metri più in là, verso l'oceano e vicino alla strada, vedo una Ferrari degli anni Ottanta. 
Inizio ad amare l'Olanda. Anche perché con i trenta gradi di questa giornata sembra di essere in vacanza, stanchezza a parte. 




Attraverso il parcheggio e la strada per arrivare al locale che avevo individuato. Vedo il cartello dei cibi. Ovviamente non capisco nulla. Vedo però il disegno stilizzato della sfinge, e con l'occhio rivolto distrattamente verso l'interno del locale capisco che  stasera mescolerò Olanda ed Egitto, perché ho fame. Perché il mondo è piccolo. E l'italiano che parla inglese ed adora una macchina americana che ha appena visto, strasera mangerà l'unica cosa che comprende dal listino. Kebab. L'avevo chiesto... L'ho ottenuto, anche se con una forma particolare... Kebab olandese. Pieno di una salsa che le mie papille non possono individuare. E birra. Mi manca l'Italia, il vino e i postacci del bel paese... E vedo una Ferrari di 60 anni, proveniente sicuramente dalla Mille Miglia, sfrecciare davanti a me. Ha ancora il numero della gara. Che spettacolo...
Finito di mangiare faccio una camminata digestiva... Mi avvio, senza meta e senza bussola, nel verso opposto a quello da cui vedo provenire la gente armata di ombrelloni. Credo che l'acqua sia lì... Basta attraversare un po' di sabbia.



L'oceano ed i pescatori, anomali e vari, come le onde che nel canale si creano, mi attendono. È bello veder il sole tramontare alle dieci di sera in maggio... 
Tocco l'oceano con la mani. Mi bagno e sporco di sabbia le scarpe. Mi dirigo verso l'hotel e collasso sul letto. Domani sarà un altro giorno. Ed andrà sempre tutto bene.




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